Aziende come cimiteri? Troppe morti sui luoghi di lavoro!
Ormai è un vero e proprio bollettino di guerra, ma nessuno sembra farci caso più di tanto.
Solo nell’ultima settimana in Veneto:
Incidente mortale a Rovigo, dove un operaio di 43 anni che stava lavorando sull’A13 viene travolto e ucciso da un TIR. Sposato con sei figli.
A Minerbe, un operaio di 37 anni viene travolto e ucciso da un muletto. Sposato e con la moglie in attesa di un bimbo.
Poche ore prima sulle colline del veronese, un uomo di 42 anni viene schiacciato e ucciso da una lastra di marmo, anche lui sposato con due figlie piccole e un terzo in arrivo.
Le vittime sui luoghi di lavoro continuano a ritmo costante, ma non sembrano scuotere le coscienze di istituzioni e governi. Ma dove sono governo, sindacato dei lavoratori, associazioni datoriali, forze politiche… Nell’ultima campagna elettorale, credo di non aver sentito alcuna forza politica affrontare questo drammatico tema, ne vederlo inserito nel proprio programma elettorale.
Ci chiediamo allora…
Che sia, seppur salatissimo, il prezzo da pagare in nome della ripresa economica e della necessità di creare nuovi posti di lavoro?
E’ inaccettabile che il numero di lenzuola bianche aumenti nelle nostre aziende mentre gli sforzi e gli investimenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, rimangono al palo.
Servono misure urgenti, iniziative appropriate, che associno prevenzione e repressione.
Prevenzione come un’adeguata e corretta formazione per datori di lavoro e lavoratori soprattutto nei settori più rischiosi quali agricoltura, edilizia, metalmeccanica e i dati INAILperiodicamente ce lo confermano.
E poi garantire maggior personale nel controllo delle imprese, intensificando le visite periodiche e non giungere sui luoghi di lavoro, soltanto quando è accaduta la tragedia.
