Infortunio sul lavoro: morte causata da una puntura di vespa
Un lavoratore di 44 anni, impegnato in lavori di manutenzione e riparazione agli impianti di illuminazione, durante l’attività, viene improvvisamente punto dietro un orecchio da una vespa. Ricordandosi un’analoga situazione in cui aveva manifestato problemi respiratori, il lavoratore si preoccupa di essere allergico alla puntura dell’insetto e si dirige con il furgone verso la prima farmacia disponibile. Ma non ci arriverà mai: lo shock anafilattico risulta letale.
È evidente che le domande da porsi, e se le è poste la Procura di Ivrea che ha ottenuto il rinvio a giudizio dell’Amministratore Unico dell’azienda per cui operava il lavoratore, sono tante.
Il lavoro riguardava dei lampioni: era stata prevista in questo caso un’attrezzatura idonea a evitare punture di insetti come le vespe? Il lavoratore era formato e addestrato ad affrontare questo tipo di situazioni? L’area di lavoro era stata monitorata per verificare l’eventuale necessità di bonifiche? L’attività poteva necessitare la presenza di un collega?»
Il “lavoro in solitudine” è spesso sottovalutato ma il D.Lgs 81/2008 puntualizza che il datore di lavoro deve valutare “TUTTI I I RISCHI”.
Quali sono le 8 regole da seguire per tutelare i lavoratori che lavorano in solitudine?
- La VdR “solitudine” deve essere eseguita dopo aver valutato tutti gli altri rischi lavorativi i propri della mansione (o del lavoro) in esame;
- Valutare i rischi ambientali propri dei luoghi e del contesto nei quali il lavoratore solitario deve operare;
- Tenere presente che lo stato di solitudine (in particolare in assenza di luce) può aggravare la percezione del rischio;
- Verificare che le strutture e le attrezzature di detti luoghi siano a norma (eventuali manuali di uso e manutenzione devono essere disponibili in loco o fare parte del corredo del lavoratore solitario);
- Verificare che in loco esista almeno un pacchetto di medicazione (o che faccia parte della dotazione personale del lavoratore);
- Acquisire il parere del medico competente sull’idoneità del lavoratore al lavoro in solitudine (giudizio fondato sulla salute e sulla emotività);
- Il lavoratore deve essere affidabile sotto il profilo della sicurezza (cioè formato e conscio sul fatto che le procedure operative debbano essere sempre rispettate, anche in assenza di un controllo diretto). In particolare che abbia ed usi i DPI necessari.
- Fornire al lavoratore informazione e formazione specifica (documentata).