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NON È IL CORONAVIRUS, SONO I MORTI SUL LAVORO DELL’ULTIMO MESE

NON È IL CORONAVIRUS, SONO I MORTI SUL LAVORO DELL’ULTIMO MESE

NON È IL CORONAVIRUS, SONO I MORTI SUL LAVORO DELL’ULTIMO MESE

52 morti e 46mila Denunce

(Gennaio 2020)

morti bianche

Le ultime notizie risalenti alla giornata di ieri 03.03.2020 ci fanno tornare a parlare – sfortunatamente – delle “morti bianche” (NOTA 1).

– “Tragedia sul lavoro a Verona: 50enne muore schiacciato da un muletto”

– “Incidente sul lavoro, un morto a Vercelli: Trentenne investito da muletto”

Numerosi giornali (ad esempio Ansa.it e La Voce di Rovigo e molti altri) hanno intitolato così le due tragedie.

La prima riflessione che dovremmo porci è come questo, piuttosto che un altro infortunio passi inosservato lasciandoci quasi indifferenti.

– È possibile che queste notizie non ci facciano riflettere?
– È ammissibile che risulti “quasi normale” avvengano infortuni sul lavoro?

Analizzando i dati dell’INAIL possiamo notare che sebbene siano calati leggermente gli infortuni nei luoghi di lavoro, un dato – molto preoccupante – illustra come gli infortuni mortali siano aumentati del 18% rispetto gennaio dell’anno precedente. Altro dato importante evidenziato dal Sole24 ore dice come “Gli infortuni che hanno condotto alla morte si sono verificati più spesso sul luogo di lavoro che fuori da esso, e tuttavia in un po’ meno della metà dei casi è stato coinvolto un qualche genere di mezzo di trasporto.

Le cause? Molteplici e Arcinote

Meglio ribadirle ancora, nella speranza di sensibilizzare le coscienze di chi può veramente fare qualcosa per arginare questo triste fenomeno.

  • La crisi economica, sempre meno risorse vengono destinate alla formazione, all’addestramento e all’acquisto di DPI;
  • La tipologia dei contratti, con lavori sempre più occasionali e precari, dove manca il tempo per un’adeguata formazione;
  • I pochi controlli soprattutto in alcuni settori e in alcune parti d’Italia;
  • L’esperienza del lavoratore che spesso porta a sottovalutare i rischi nel proprio lavoro;
  • Corsi di formazione spesso sulla carta, o notevolmente “ridotti” anche quando parliamo di lavori molto pericolosi, come l’uso di attrezzature di lavoro, di lavori in quota, di lavori in ambienti confinati, dove in caso di incidente il prezzo che si paga è salatissimo.

sicurezza sul lavoro

SOPRAVVIVERE OPPURE NO? A te la scelta

Queste sopraelencate non dovrebbero però far desistere il Datore di Lavoro di prendersi cura del proprio personale che ha la NECESSITÀ nonché il DIRITTO di essere formato adeguatamente. Ribadiamo ancora una volta che non può esser considerato normale morire nei campi, in un cantiere schiacciati da un carico sospeso o soffocati all’interno di una cisterna, in generale, NEI LUOGHI DI LAVORO.

Nota 1

Che poi, lasciatecelo dire, MORTI BIANCHE? Davvero “morti bianche”? Quasi come se l’aggettivo bianco abbia il compito di alludere all’assenza di un qualcuno direttamente responsabile. Quasi come se non ci fossero dei responsabili, quando invece sono perfettamente riconoscibili! La verità è che non si possono definire eventi causali, se le aziende non rispettano nemmeno le norme più basilari di sicurezza, il fatto grave in questo caso può succedere, si sa e lo sappiamo tutti.

BASTA POCO, è vero, MA SEMBRA SEMPRE TROPPO.

 

 

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