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FIT TEST: Come garantire l’efficacia delle mascherine per le vie respiratorie.

FIT TEST: Come garantire l’efficacia delle mascherine per le vie respiratorie

FIT TEST: Come garantire l’efficacia delle mascherine per le vie respiratorie.

Oggi parliamo di maschere e semi maschere, un DPI che i lavoratori indossano spesso ma – ammettiamolo – non hai mai verificato se viene indossato correttamente e quanto questo possa proteggere il lavoratore. Quindi, per capire: le maschere o semi maschere sono un amico o un nemico per i lavoratori? Vediamo assieme utilizzi, pregi ma anche criticità del DPI.

Innanzitutto: come funziona una maschera o in gergo tecnico un facciale filtrante? La maschera se posizionata correttamente sul volto tra il naso ed il mento del lavoratore, garantisce la filtrazione dell’aria esterna respirata trattenendo gli inquinanti e proteggendo il lavoratore.

Sei sicuro di aver fatto tutto il possibile per salvaguardare la salute dei tuoi lavoratori?

Tralasciando la tipologia di filtri e di inquinanti da filtrare che abbiamo trattato in un precedente articolo, le performance di una maschera respiratoria sono strettamente legate alla perfetta aderenza tra il facciale filtrante e il viso di chi lo indossa. Le persone infatti hanno visi molto diversi tra loro per dimensione e forma, quindi è improbabile che un determinato facciale filtrante possa calzare bene a tutti.

Una calzata inadeguata può ridurre in maniera significativa il livello di protezione.

Il D.Lgs. 81/2008 – Testo Unico sulla salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro stabilisce che i DPI devono: “tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore” (art. 76, comma 2, punto “c”), e “poter essere adatti all’utilizzatore secondo le sue necessità” (art. 76, comma 2 punto “d”).

Il Datore di Lavoro cosa deve fare?

DPI idonei e vestibilità mascherine

Anzitutto cominciamo col dire che, i DPI delle vie respiratorie sono classificati dalla norma come DPI di terza categoria e pertanto è obbligo del Datore di lavoro – come indicato dall’art. 77, comma 5 – assicurare formazione e specifico addestramento all’uso corretto ed utilizzo pratico dello stesso. Infatti, dopo l’iniziale individuazione e scelta dei DPI i passi successivi saranno:

  1. L’addestramento dei lavoratori sul corretto indossamento e mantenimento del DPI,
  2. La validazione degli stessi indossati dal lavoratore (mediante Fit-Test).

Questi passi risultano fondamentali per assicurarsi che i DPI individuati siano effettivamente efficaci sul lavoratore che li indossa.Il concetto di “validazione” è presente nella Normativa italiana, D.Lgs. 81/2008 e DM 2 maggio 2001, che sancisce che è dovere del datore di lavoro garantire la “massima sicurezza tecnologicamente possibile” ed uniformarsi alla “miglior scienza ed esperienza del momento storico”.

Il D.Lgs. 81/2008, art. 76, comma 2:

  • punto C, sancisce che nella scelta del DPI si deve tenere conto delle “esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore”.
  • punto D, stabilisce che i DPI devono “poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità”.

Il DM 2 maggio 2001 nell’Allegato 2 paragrafo 7.3. “L’effettiva protezione offerta da un APVR (Respiratore) è anzitutto determinata dal buon adattamento del facciale […]”.

Il Fit-Test inoltre risulta obbligatorio con il DPR 177/2011 – lavori in Spazi Confinati grazie al manuale illustrato emanato da INAIL, il quale prevede e raccomanda la verifica delle maschere con la prova di tenuta FIT-TEST.

Tuttavia, ti ricordiamo che i DPI delle vie respiratorie anche se risultano certificati non danno la certezza di una adeguata protezione.

I tuoi lavoratori non sono veramente protetti se non viene effettuato un test di verifica adeguato.

Fit-test!

Per validare i DPI delle vie respiratorie, l’unico strumento efficace ed attualmente riconosciuto a livello scientifico è la prova di tenuta, la quale è in grado di dimostrare che il dispositivo ha una aderenza e tenuta corretta sul viso del lavoratore, ovvero è idoneo a proteggerlo. La validazione del DPI può essere anche riconosciuta come prova pratica dell’addestramento sull’uso corretto dei DPI.

Tipologie di Fit-test?

I metodi di prova dell’adattamento per la validazione del DPI possono essere di tipo qualitativo e/o quantitativo, così come riportato dalla norma UNI EN 529 (Scaricabile qui).

fit-test mascherine

  • FIT TEST QUANTITATIVO:

Il Fit Test quantitativo (QNFT) può essere utilizzato per qualsiasi respiratore aderente. Prevede l’utilizzo di uno strumento per misurare le perdite intorno al volto e produce un risultato numerico chiamato Fit Factor.

fit-factor DPI

Il risultato della prova è espresso come percentuale di perdita verso l’interno e viene convertito in Fit Factor (FF) utilizzando la seguente formula:

I QNFT si servono degli stessi sette esercizi dei test QLFT più avanti riportati, (negli Stati Uniti, viene aggiunto un ulteriore test della “smorfia” in cui il soggetto sorride o si acciglia per 15 secondi).

Esistono tre protocolli di test QNFT comunemente accettati:

  • Mediante camera di test, nella quale all’interno viene generato aerosol non pericoloso con il sale (NACl),
  • Mediante contatore dei nuclei di condensazione (CNC) il quale utilizza un aerosol spruzzato in ambiente e non richiede una camera di test,
  • A pressione negativa (CNP) creando un vuoto all’interno della maschera che blocca temporaneamente l’aria.

Per i respiratori a semi-maschera è richiesto un Fit Factor pari almeno a 100, mentre per un respiratore facciale completo a pressione negativa occorre un Fit Factor di almeno 500 (Stati Uniti) o 2.000 (Regno Unito).

fit-test vie respiratorie quantitativo

Video di un fit test quantitativo:  https://multimedia.3m.com/mws/media/1226949O/quantitative-fit-testing-full-fit-test.mp4

  • FIT TEST QUALITATIVO:

Il Fit Test qualitativo (QLFT) può essere utilizzato solo per facciali filtranti e semi maschere (con filtri antiparticolato o combinati). Il QLFT è un test con risultato RIUSCITO/NON RIUSCITO che fa affidamento sui sensi del lavoratore.

I passaggi eseguiti per la prova di tenuta sono semplici:

  1. viene nebulizzata una sostanza dolce o amara per valutare la sensibilità del lavoratore al sapore;
  2. successivamente il lavoratore indossa il respiratore seguendo le indicazioni fornite dal produttore;
  3. il lavoratore indossa lo specifico copricapo;
  4. all’interno del copricapo viene nebulizzato un aerosol non pericoloso e viene richiesto al lavoratore di effettuare degli specifici esercizi.

Se il lavoratore non percepisce l’odore od il sapore dell’aerosol, il respiratore individuato si adatta alla conformazione del viso del lavoratore ed è stato indossato correttamente. Le soluzioni approvate ed utilizzate per provare i test sono:

  • Saccarina (sapore dolce),
  • Bitrex® (sapore amaro).

Ciascun metodo QLFT si serve di sette esercizi, eseguiti per 1 minuto ciascuno:

  • Respirazione normale.
  • Respirazione profonda.
  • Spostamento della testa guardando a destra e a sinistra.
  • Alzare e abbassare la testa.
  • Piegamento in avanti sulla vita.
  • Leggere/parlare a voce alta.
  • Respirazione normale ancora una volta.

fit-test mascherine - vie respiratorie qualitativo

Video di un fit test qualitativo: https://youtu.be/PthSES4O9d8

Quando il DPI non protegge correttamente il lavoratore?

Alcuni studi hanno evidenziano che nel 50% dei casi il dispositivo non fornisce il livello di protezione atteso perché non aderisce in modo corretto al viso

Il fit test al lavoratore può risultare negativo quando:

  • C’è un errato indossamento del respiratore da parte del lavoratore,
  • Errata taglia/misura del respiratore,
  • Presenza di barba e peli non tagliati/rasati nel viso,
  • Il lavoratore ha modificato il viso a seguito di:
    • perdita/acquisto di peso corporeo,
    • interventi maxillo facciali,
    • comparsa di cicatrici,
    • presenza di gioielli facciali (es.microdermal).

Vantaggi per il Datore di Lavoro e il lavoratore!

  • Diminuzione del rischio sanitario per i lavoratori,
  • Esecuzione dell’addestramento obbligatorio previsto dall’art 77 D.Lgs. 81/2008,
  • Valido come punteggio per la riduzione del premio assicurativo INAIL ( OT23),
  • Resa del DPI ottimizzata,
  • migliore utilizzo del DPI,
  • scelta ottimale del DPI.

Ti raccomandiamo ad ogni lavoratore di effettuare un Fit Test per garantire che la protezione respiratoria sia adeguata ai livelli di sicurezza richiesti.

Consigliamo di ripetere il test ad intervalli regolari (annuale).

Al termine del test dovrà essere emesso un rapporto di prova (esempio gratuito).

Il Fit Test rappresenta inoltre un valido strumento per sensibilizzare i lavoratori e mostrare loro l’importanza del corretto indossamento e controllo giornaliero del respiratore.

Per il momento ti lascio a queste informazioni, ma torneremo ad approfondire altre tipologie di Fit test in un prossimo articolo del blog.

Continua a seguirci.

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