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Malattie Professionali e Movimentazione Manuale dei Carichi

movimentazione

Malattie Professionali e Movimentazione Manuale dei Carichi

PERCHÉ È DOVEROSO AFFRONTARE QUESTO TEMA?

Anzitutto la maggior parte dei comparti produttivi ammettono che l’operatore debba effettuare attività inerenti alla movimentazione manuale di carichi.

Sulla base delle specifiche attività lavorative i movimenti da eseguire possono essere molto diversi tra loro. Tuttavia, è fattore comune lo sforzo fisico, talvolta gravoso dell’operatore, con il conseguente coinvolgimento delle strutture “osteo-muscolari” della colonna vertebrale.

La suddetta movimentazione di carichi porta all’insorgere di patologie o disturbi a livello del distretto muscolare appena menzionato.

COSA FARE QUINDI?

È necessario procedere quindi con una corretta valutazione del rischio da movimentazione manuale di carichi, con lo scopo di intervenire preventivamente e proteggere l’operatore, che si vedrà mitigare, auspicabilmente annullare, i possibili danni dovuti alle mansioni che deve svolgere.

UN PICCOLO MA IMPORTANTE PASSO (da parte nostra)

Forniremo di seguito una serie di indicazioni circa le problematiche su vari ambiti produttivi, illustrando sia i riferimenti previsti dalla norma che suggerimenti derivanti da letture tecniche di settore e norme tecniche sulla movimentazione manuale di carichi.

A livello nazionale, il Legislatore ha dimostrato una particolare attenzione alla problematica, dedicando nell’ambito del Testo unico sulla sicurezza (d.lgs. n. 81/08 e successivi aggiornamenti), il Titolo VI alla movimentazione manuale dei carichi e contestualmente portando a termine l’aggiornamento delle tecnopatie che godono della “presunzione legale d’origine” con la pubblicazione delle nuove Tabelle delle malattie professionali (MP) nell’industria e nell’agricoltura (decreto ministeriale del 9 aprile 2008). Queste includono alcune malattie muscolo-scheletriche, in precedenza non contemplate, fra cui L’ERNIA DISCALE lombare (voce 77 nell’industria e 22 nell’agricoltura), dovuta fra l’altro a “movimentazioni manuali di carichi svolte in modo non occasionale in assenza di ausili specifici”.

La problematica DEV’ESSERE affrontata sia sul piano della valutazione del rischio sia sulla ricerca ed attuazione di misure più idonee nonché efficaci, IN TERMINI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DEI LAVORATORI, PER RIDURRE IL LIVELLO DI ESPOSIZIONE.

Il modello “più reputato” per la valutazione tecnica del rischio, secondo metodologie scientifiche, è quello del NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health) che ha numerosi vantaggi:

  • Evidenze scientifiche
  • Stima dei rischi per mezzo di un indice
  • Metodo analitico che valuta solo le operazioni di sollevamento.
  • È applicabile ai settori industriali.
  • È riproducibile.
  • Permette di ricavare l’effettiva possibilità di rischio giornaliera di un singolo lavoratore, in presenza di attività che comportano l’esecuzione di diversi compiti (possibilità di rischio media).
  • Individua il peso ideale da movimentare nelle diverse condizioni.
  • Tiene conto del genere e dell’età.

Si dispone, perciò, di uno strumento (questo sopra menzionato) convalidato a livello internazionale, che permette di procedere ad una puntuale valutazione del rischio da movimentazione manuale di carichi per la definizione ed attuazione delle più efficaci misure di prevenzione e protezione a beneficio dei lavoratori.

… IN CONCLUSIONE

L’introduzione di macchinari ed attrezzature dedicate, laddove possibile – ovviamente con una corretta informazione e formazione dei lavoratori e, non per ultimo, l’addestramento degli stessi all’uso dei macchinari/attrezzature introdotti – risulterebbe auspicabile per una riduzione del rischio derivante dalla movimentazione manuale dei carichi.

Tuttavia, non sempre risulta possibile e l’azione prioritaria rimane la riorganizzazione dell’attività di movimentazione, attraverso un corretto esame della stessa, che contenga primariamente una valutazione il più possibilmente esaustiva.

Le maggiori criticità richiedono spesso interventi e modifiche di semplice attuazione, SENZA CHE ABBIANO UN IMPATTO ECONOMICO RILEVANTE. Esempi potrebbero essere:

  • suddivisione dei carichi movimentati,
  • innalzamento/abbassamento dei livelli di presa
  • deposito con uso di semplici pedane
  • eliminazione di ingombri nella postazione di lavoro
  • corretta informazione e formazione dei lavoratori circa le modalità di sollevamento
  • utilizzo di idonei DPI quali i guanti, ecc…

movimentazione manuale dei carichi

  La valutazione dei rischi DEVE ESSERE…

 … Puntuale e completa, che permetta di evidenziare le principali criticità dell’attività esaminata e contemporaneamente porre in atto un’adeguata informazione e formazione, oltre che addestramento degli operatori.

Fondamentale dal punto di vista preventivo risulta essere anche l’azione della SORVEGLIANZA SANITARIA dei lavoratori, OBBLIGATORIA LADDOVE SI EFFETTUI ATTIVITÀ DI MOVIMENTAZIONE MANUALE DI CARICHI, volta a identificare, prima dell’avvio al lavoro e poi nel tempo, l’adeguatezza del rapporto fra specifica condizione di salute e specifica condizione di lavoro degli operatori presi singolarmente e collettivamente.

 

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